Le acque prospicienti il maestoso promontorio del Circeo, che incornicia il paesaggio marino italiano, custodivano un regno quasi incontrastato di squali, tra cui spiccavano il temuto squalo bianco e lo smeriglio. Questi predatori marini, appartenenti alle specie più pericolose, erano i protagonisti di numerosi incontri, alcuni dei quali culminarono in tragici eventi, come quello dell’2 settembre 1962.
Maurizio Sarra, noto fotografo subacqueo e pioniere dell’attività subacquea in Italia, fu vittima di un drammatico attacco che gli costò la vita. In un’epoca in cui l’immersione subacquea era spesso sinonimo di caccia, Sarra si distinse per essere uno dei primi a sostituire il fucile con la macchina fotografica, guadagnando notorietà grazie alle sue splendide foto naturalistiche.
Il tragico episodio ebbe luogo durante un’immersione nella suggestiva secca del Quadro, un bassofondo triangolare con fondali che si estendevano per molte miglia quadrate, caratterizzato da gruppi di massi e rocce tra vaste praterie di Posidonia. Sarra, accompagnato dal giovane pescatore Benito Di Genova, si immerse nelle acque del Circeo con l’intento di catturare l’incredibile bellezza dei fondali marini.
La giornata prevedeva una serie di immersioni e battute di pesca, ma il destino aveva in serbo uno svolgimento drammatico. Dopo aver arpionato malamente una cernia, Sarra fu avvertito della presenza di uno squalo nelle vicinanze. Nonostante l’avviso, decise di rimettersi in acqua probabilmente per recuperare il fucile rimasto sul fondo.
Fu in quel momento che la tragedia colpì. Mentre Sarra era in immersione, venne attaccato da uno squalo, e l’acqua circostante si tingeva di rosso. Tirato in superficie dai compagni, tenendo ancora la macchina fotografica, non si rendeva ancora conto della gravità della ferita. La sua gamba sinistra era stata orrendamente ferita, e nonostante i tentativi di soccorso e le trasfusioni, Sarra non sopravvisse alla notte.
L’incidente gettò un velo di mistero sulla specie di squalo responsabile dell’attacco. Le ipotesi indicano lo smeriglio come possibile colpevole, basandosi sul morso sulla gamba di Sarra e sui segni sui denti dello squalo sul fodero del coltello che portava con sé. Tuttavia, il possibile attacco di un grande esemplare di squalo bianco o di uno squalo mako non può essere esclusa.
Il promontorio del Circeo, con la sua storia ricca di miti e leggende, ha visto il suo mare diventare il palcoscenico di una tragedia che ha segnato il destino di Maurizio Sarra. La sua vita è diventata parte della narrazione degli incontri tra l’uomo e gli squali nelle profondità misteriose che circondano le coste italiane. Un avvertimento su quanto possa essere imprevedibile e potente il regno degli abitanti del mare.