L’Odissea di un Dufour 24: Dal Grau du Roi a Balaruc

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Un Sogno che Diventa Realtà

Era una calda giornata di maggio 2024, il cielo era limpido e il sole splendeva intensamente. Dopo mesi di ricerche appassionate e innumerevoli visite a porti e cantieri navali, finalmente trovai la barca perfetta: un Dufour 24 di 8 metri. Il solo pensiero di possederla mi riempiva di entusiasmo. Il Dufour 24, con la sua eleganza e robustezza, rappresentava la realizzazione di un sogno. Si trovava al Grau du Roi, una pittoresca cittadina nel sud della Francia, famosa per i suoi paesaggi marittimi incantevoli e la sua lunga tradizione nella navigazione.

L’Incontro con la Barca

Appena arrivato al Grau du Roi, fui accolto dall’odore salmastro del mare e dal rumore delle onde che si infrangevano delicatamente contro le banchine. La mia eccitazione cresceva mentre mi avvicinavo al molo dove era ormeggiata la mia nuova barca. La vidi da lontano, dondolante sull’acqua, con la sua fiancata bianca che rifletteva i raggi del sole. Quando finalmente mi trovai davanti a lei, la ammirai con reverenza: la prua affilata, le linee eleganti dello scafo, il ponte ben curato. Ogni dettaglio era esattamente come lo avevo immaginato.

La barca era dotata di due motori: un fuoribordo da 8 cavalli e un entrobordo da 10 cavalli. Dopo un’accurata ispezione, tutto sembrava in ordine. Il cuore della barca, il motore entrobordo, era perfetto per la lunga traversata che avevo pianificato. E il fuoribordo da 8 cavalli, robusto e affidabile, offriva una sicurezza aggiuntiva. Concludemmo l’affare, e la sensazione di possedere finalmente una barca mia mi riempì di orgoglio e gioia.

Preparativi per la Traversata

La traversata dal Grau du Roi allo stagno di Thau a Balaruc era una sfida che non vedevo l’ora di affrontare. Decisi di effettuare il viaggio la settimana successiva, per avere il tempo di preparare tutto meticolosamente. Ogni sera, prima del viaggio, mi trovavo a pianificare minuziosamente la rotta, studiando mappe nautiche e previsioni meteorologiche. La mia mente era pervasa dall’eccitazione e dall’anticipazione. Ogni dettaglio doveva essere perfetto per garantire una traversata sicura e piacevole.

Il Primo Approccio

Un Inizio Promettente

Il giorno della partenza finalmente arrivò. Il sole era appena sorto quando io e il mio collega arrivammo al porto. Il cielo era di un azzurro brillante, promettendo una giornata perfetta per navigare. Caricammo le ultime provviste e controllammo di nuovo i motori. L’aria era piena di aspettative e di una leggera brezza marina che rinfrescava i nostri volti. Avviammo il motore entrobordo, che rispose con un ruggito soddisfacente. Con fiducia, sciogliemmo le cime e lentamente lasciammo il porto.

Il Primo Intoppo

Ma, come spesso accade nelle storie di mare, la tranquillità iniziale fu di breve durata. Poco prima di uscire dal porto, il motore entrobordo si spense improvvisamente. Una sensazione di inquietudine si insinuò in me. Dopo aver investigato, scoprii che il serbatoio del gasolio era completamente vuoto. Una scoperta sconcertante, che mi insegnò la mia prima lezione di navigazione: mai dare per scontato il livello del carburante (probabilmente é stato rubato la sera prima).

Tentativi e Fallimenti

Senza possibilità di riavviare il motore entrobordo, ci voltammo verso il motore fuoribordo. Con sollievo, sentimmo il motore ruggire al primo colpo. Riprendemmo il nostro viaggio, ma la gioia fu di breve durata. Dopo dieci minuti di navigazione, anche il fuoribordo si spense, vittima del surriscaldamento causato dalla turbina rotta. La frustrazione iniziò a farsi sentire, ma la determinazione non vacillò.

Il Primo Soccorso

La fortuna ci sorrise sotto forma di un’altra barca che passava nelle vicinanze. Vedendoci in difficoltà, l’equipaggio si offrì di trainarci fino al porto più vicino. Accettammo con gratitudine, consapevoli che questo piccolo contrattempo non avrebbe fermato il nostro viaggio. Una volta al sicuro nel porto, decisi di tornare a casa per prendere un vecchio motore da 5 cavalli che avevo in magazzino. Con l’aiuto di un amico, trascorremmo un intero pomeriggio a modificare il supporto del motore per adattarlo alla barca. Tuttavia, nel processo, rimuovemmo una molla essenziale che serviva a mantenere il supporto in posizione.

Ripartenza con Sfiducia

La Seconda Partenza

Una settimana dopo, eravamo pronti per ripartire. Con solo il piccolo motore da 5 cavalli, uscimmo di nuovo dal porto. Speravamo in un vento favorevole, ma quel giorno era completamente assente. Costretti a navigare a motore, avanzammo a una velocità di 5 nodi per circa sette ore. Il mare era calmo, e il sole splendeva alto nel cielo. Ogni ora che passava aumentava la nostra fiducia, ma la natura aveva in serbo altre sorprese per noi.

Un Altro Intoppo

A pochi chilometri dal porto di Sète, il motore iniziò a spegnersi. Ogni volta che lo riavviavamo, si spegneva nuovamente dopo pochi minuti. La frustrazione si trasformò in preoccupazione quando ci rendemmo conto che il supporto del motore stava scivolando, impedendo al motore di toccare l’acqua per pochi centimetri. Dopo dieci ore in barca, la stanchezza e la tensione iniziarono a farsi sentire.

Una Sosta Inaspettata

Senza altre opzioni, decidemmo di fermarci a Frontignan e abbandonare la barca per la notte. Il giorno seguente, tornai per controllare la barca. Tutto sembrava a posto, e decisi di ripartire il sabato, determinato a raggiungere Sète.

La Notte dei Ladri

Navigazione Verso Sète

La traversata verso Sète fu un altro test di pazienza e resilienza. Il motore continuava a spegnersi, ma riuscimmo ad entrare nel porto verso le 13:00. Per raggiungere lo stagno di Thau, dovevo attraversare quattro ponti che si aprivano la mattina alle 10:00 e la sera alle 20:00. Riuscii a passare i primi due ponti senza problemi e mi trovavo davanti al ponte della stazione ferroviaria, pronto per l’apertura.

Un Altra Delusione

Quando il ponte si aprì, avevo solo 15 minuti per attraversarlo. Tirai la corda per accendere il motore, ma questo non partì. Ero costretto a lasciare la barca in un piccolo spazio vicino al ponte. La prima notte passò senza incidenti, ma durante la seconda notte, i ladri entrarono nella barca e rubarono quasi tutto: canne da pesca, autopilota e altri oggetti di valore, lasciando solo il motore da 8 cavalli con la turbina bruciata.

Speranza e Delusione

Tentativi di Recupero

Il giorno dopo, informai la capitaneria di porto e contattai persone che conoscevo per cercare una soluzione. Sfortunatamente, il ponte era fuori uso e non si sapeva quando sarebbe stato riparato. Mi fu detto che il ponte avrebbe riaperto il 24 luglio, così partii con un meccanico per recuperare la barca. Tuttavia, ancora una volta, il ponte non si aprì. Giorni di attesa si trasformarono in settimane e oggi, 31 luglio, la barca è ancora lì, bloccata a Sète

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