Mano di Morto – Alcyonium palmatum

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La “Mano di Morto“, scientificamente nota come Alcyonium palmatum, è un corallo molle appartenente alla famiglia degli Alcyoniidae. Questa specie è particolarmente interessante per la sua forma curiosa e la sua ecologia unica. Diffusa nel Mar Mediterraneo e nell’Atlantico orientale, la “Mano di Morto” prende il nome dalla sua somiglianza con una mano umana in decomposizione, a causa della sua consistenza morbida e dell’aspetto ramificato.

1. Caratteristiche Morfologiche della Mano di Morto

La Alcyonium palmatum è una colonia di polipi che crescono insieme formando strutture carnose e ramificate, simili a una mano aperta o a piccoli alberi. La colonia può variare in colore dal bianco al giallo pallido, all’arancio o al rosso, e può raggiungere un’altezza di circa 10-15 centimetri. La superficie del corallo appare rugosa, e i polipi che costituiscono la colonia emergono in gruppi, ognuno con otto tentacoli piumati, una caratteristica tipica dei coralli molli della sottoclasse Alcyonaria.

Il corpo del corallo è sostenuto da piccoli spicole calcaree, che forniscono una certa rigidità e protezione, pur mantenendo una consistenza complessivamente flessibile. La colonia è ancorata al substrato marino grazie a una base che si espande e si attacca a superfici dure, come rocce o scogli, sui fondali marini. Quando i polipi si ritirano, il corallo assume un aspetto liscio e piuttosto morbido, contribuendo alla sua somiglianza con una “mano di morto”.

2. Habitat e Distribuzione della Alcyonium palmatum

La Alcyonium palmatum è ampiamente distribuita nel Mar Mediterraneo, ma si può trovare anche lungo le coste atlantiche europee, dalla Spagna fino al Regno Unito. Vive tipicamente a profondità comprese tra i 5 e i 50 metri, prediligendo acque costiere limpide con correnti moderate, che facilitano il trasporto di nutrienti necessari per il suo sostentamento.

La specie preferisce i substrati duri come rocce, scogliere sommerse, relitti o fondali ricoperti da detriti stabili. Spesso si trova in ambienti relativamente ombreggiati, come sotto gli strapiombi o nelle fessure rocciose, dove è meno esposta alla luce solare diretta e dove le particelle alimentari sospese nell’acqua sono più abbondanti.

3. Alimentazione e Ruolo Ecologico della Alcyonium palmatum

La Alcyonium palmatum è una specie sospensivora, che si nutre catturando particelle di plancton e materia organica sospese nell’acqua. I polipi estendono i loro tentacoli piumati per filtrare il cibo dall’acqua che scorre. Le cellule urticanti presenti nei tentacoli, chiamate cnidociti, permettono ai polipi di immobilizzare le piccole prede, che vengono poi trasferite alla bocca per la digestione.

Come molti coralli molli, la “Mano di Morto” svolge un ruolo importante nell’ecosistema marino. Fornisce rifugio e habitat per numerosi organismi marini, tra cui piccoli pesci, crostacei e invertebrati. Le sue colonie possono ospitare una grande varietà di specie, creando una piccola comunità ecologica che contribuisce alla biodiversità dei fondali marini. Inoltre, la sua attività di filtrazione dell’acqua contribuisce a migliorare la qualità dell’ambiente marino, rimuovendo le particelle in sospensione e aiutando a mantenere l’acqua pulita.

4. Riproduzione della Alcyonium palmatum

La riproduzione della Alcyonium palmatum avviene sia in modo sessuato che asessuato. Nella riproduzione sessuata, i polipi rilasciano gameti nell’acqua, dove la fecondazione avviene esternamente. Le uova fecondate si sviluppano in larve planctoniche, che fluttuano liberamente nell’acqua per un certo periodo prima di insediarsi su un substrato adeguato, dove inizieranno a formare una nuova colonia.

La riproduzione asessuata, invece, avviene attraverso un processo di gemmazione, in cui una parte della colonia si stacca per formare un nuovo individuo geneticamente identico. Questo metodo di riproduzione permette alla colonia di espandersi rapidamente e di occupare nuovi spazi, contribuendo alla sua diffusione nell’ambiente marino.

5. Minacce alla Alcyonium palmatum e Stato di Conservazione

La Alcyonium palmatum non è attualmente considerata una specie minacciata, ma affronta diverse pressioni ambientali che potrebbero influire sulla sua popolazione in futuro. Tra le principali minacce vi sono l’inquinamento marino, che può danneggiare le colonie attraverso l’introduzione di sostanze tossiche o di sedimenti eccessivi, e il cambiamento climatico, che altera le temperature dell’acqua e le condizioni di acidificazione degli oceani.

Le attività umane, come la pesca a strascico, l’ancoraggio delle barche e la raccolta di coralli per scopi decorativi o di collezionismo, rappresentano ulteriori minacce per la “Mano di Morto”. Sebbene non sia specificamente protetta dalla normativa internazionale, le sue popolazioni potrebbero beneficiare di una maggiore sensibilizzazione e gestione conservativa, soprattutto nelle aree marine protette.

6. Curiosità sulla “Mano di Morto”

Il nome comune di “Mano di Morto” deriva dall’aspetto insolito e dalla consistenza del corallo, che può sembrare una mano umana in decomposizione quando i polipi sono ritirati e la colonia è lasciata nuda e rugosa. Questa immagine inquietante ha reso il corallo oggetto di molte leggende e superstizioni tra i pescatori e i marinai del Mediterraneo.

Alcuni studi suggeriscono che la Alcyonium palmatum possa avere potenziali applicazioni medicinali. Le sostanze chimiche prodotte da questo corallo, come le diterpenoidi e gli alcaloidi, hanno mostrato proprietà antibatteriche, antivirali e antitumorali in studi preliminari. Queste scoperte potrebbero aprire nuove frontiere nella ricerca farmaceutica, rendendo ancora più importante la conservazione di questa specie.

La “Mano di Morto”, o Alcyonium palmatum, è un corallo molle affascinante che svolge un ruolo cruciale negli ecosistemi marini del Mediterraneo. Le sue caratteristiche uniche, la sua distribuzione e il suo contributo all’ecologia marina la rendono una specie di grande interesse per biologi marini e appassionati della vita marina. Mentre affronta diverse minacce, la consapevolezza crescente dell’importanza della sua conservazione potrebbe contribuire a proteggere questo “gioiello” del Mediterraneo per le generazioni future.

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