L’abitudine del bagno d’estate: le origini delle vacanze al mare in Italia

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L’usanza del “bagno d’estate”, intesa come vacanza al mare, è relativamente recente nella storia d’Italia. Questo fenomeno iniziò a prendere piede solo a partire dall’Ottocento, quando le classi più agiate cominciarono a scoprire i benefici del mare non solo come luogo di svago, ma anche come fonte di salute e benessere. Prima di allora, infatti, la spiaggia e il mare erano considerati ambienti prevalentemente legati al lavoro o all’isolamento, piuttosto che destinazioni per il tempo libero.

Nel contesto di questa nuova moda, il primo stabilimento balneare italiano è riconosciuto essere il “Doridi Viareggio, aperto nel 1823. Viareggio, situata lungo la costa toscana, oggi è famosa per le sue spiagge sabbiose e per il turismo estivo, ma all’epoca era una cittadina che stava iniziando a emergere come località di villeggiatura. Lo stabilimento Dori è importante perché segnò l’inizio di un cambiamento culturale: era riservato esclusivamente a “donne e religiose”, un fatto significativo, poiché rifletteva l’attenzione che la società di allora aveva nei confronti della moralità e della segregazione tra i sessi. Le donne, specialmente quelle appartenenti alle classi benestanti, potevano godere dei benefici del mare in un contesto protetto e riservato, lontano dagli occhi indiscreti degli uomini.

Le radici culturali e mediche del bagno in mare

Le vacanze al mare nell’Ottocento non erano solo un’opportunità di svago, ma venivano anche promosse per le loro proprietà terapeutiche. Il bagno in mare, infatti, era considerato un trattamento salutare per diversi disturbi fisici e psicologici. L’acqua salata era ritenuta benefica per la pelle, mentre l’aria marina, carica di iodio, veniva raccomandata per rinforzare il sistema immunitario e curare disturbi respiratori. Questi trattamenti, conosciuti come “talassoterapia“, attraevano sempre più persone, specialmente tra le élite europee, che cominciavano a considerare il mare come una meta di villeggiatura per il benessere.

A partire dall’inizio dell’Ottocento, molte località costiere italiane, come Viareggio, ma anche altre città come Rimini, Livorno e Napoli, iniziarono a svilupparsi come destinazioni balneari. I primi stabilimenti erano strutture rudimentali, spesso costituite da cabine in legno o tende, che permettevano di cambiarsi e godere del mare in maniera discreta. Questi luoghi, a differenza delle spiagge libere odierne, erano rigorosamente regolamentati: la divisione tra uomini e donne era la norma, e c’erano rigide regole di comportamento che limitavano l’interazione tra i sessi.

L’evoluzione degli stabilimenti balneari

Con il passare degli anni, l’abitudine di andare al mare d’estate si estese sempre di più. Aumentarono gli stabilimenti balneari e, con essi, le strutture a supporto del turismo. La crescita dell’industria ferroviaria nel tardo Ottocento rese le località costiere più accessibili, permettendo anche a una parte della classe media di godere delle vacanze al mare.

Questo portò a una democratizzazione del fenomeno, anche se inizialmente le spiagge restavano comunque luoghi frequentati prevalentemente da chi poteva permettersi di dedicare del tempo al riposo e al divertimento.

Inoltre, col tempo, le rigide divisioni tra uomini e donne iniziarono a essere superate, e gli stabilimenti balneari divennero luoghi più aperti e inclusivi. La moda dei costumi da bagno, un tempo austera e coprente, si evolse, e le spiagge divennero luoghi di socializzazione, sport e intrattenimento. Nel Novecento, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, il turismo balneare esplose, trasformando le coste italiane in vere e proprie destinazioni di massa.

Il fascino intramontabile del mare

Oggi, la tradizione del bagno d’estate è parte integrante della cultura italiana, con milioni di persone che affollano le spiagge del Paese ogni anno. Tuttavia, le radici di questa abitudine risalgono a quel lontano 1823, quando lo stabilimento “Dori” di Viareggio aprì le sue porte alle donne e alle religiose, offrendo loro un luogo sicuro e riservato per godere del mare. Da quel momento in poi, l’idea di vacanza al mare non ha smesso di evolversi, adattandosi ai cambiamenti sociali e culturali, ma mantenendo intatto il suo fascino intramontabile.

Il mare, da luogo di lavoro e timore, è diventato sinonimo di svago, riposo e benessere, consolidandosi come una delle destinazioni più amate dagli italiani e dai turisti di tutto il mondo.

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