5 poesi sul mare

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Il mare ha ispirato poeti e scrittori di ogni epoca, affascinando l’animo umano con la sua immensità e il suo mistero. Da sempre, le sue onde, il suono della risacca e l’infinito orizzonte hanno evocato riflessioni profonde, raccontando storie di solitudine, bellezza, forza e vulnerabilità. Attraverso le parole dei più grandi poeti italiani, il mare diventa metafora di vita, di ricerca interiore e di una natura che non smette mai di stupire. In questa selezione di celebri poesie italiane, scopriremo come il mare sia stato celebrato e interpretato da autori come Leopardi, D’Annunzio e Montale, capaci di tradurre in versi il suo fascino eterno.

“L’infinito” di Giacomo Leopardi
Questa poesia è una riflessione sulla vastità dell’infinito, che viene evocata anche dal suono delle onde del mare. Sebbene Leopardi non nomini direttamente il mare, la sua poesia trasmette un senso di immensità e di riflessione profonda che può essere paragonato all’osservare il mare.

“E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei.”

“Il mare” di Gabriele D’Annunzio
D’Annunzio ha spesso celebrato la natura nei suoi scritti, e il mare è uno dei suoi soggetti preferiti, simbolo di forza, bellezza e mistero.

“Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.”

“Meriggiare pallido e assorto” di Eugenio Montale
In questa poesia, Montale descrive la luce intensa del mare e l’atmosfera di una giornata estiva, riflettendo sull’aridità e l’asprezza della vita, metaforizzate dal paesaggio marino.

“Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.”

“La sera del dì di festa” di Giacomo Leopardi
Anche in questa poesia, Leopardi evoca il mare come metafora della vastità e dell’ignoto, inserendolo in una riflessione più ampia sulla solitudine e il passare del tempo.

“Dolce e chiara è la notte e senza vento,
e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
posa la luna, e di lontan rivela
serena ogni montagna.”

“Pescatori” di Giovanni Pascoli
Pascoli celebra la vita semplice e faticosa dei pescatori, utilizzando il mare come sfondo per un’esplorazione delle radici e delle tradizioni umane.

“M’affaccio alla finestra, e vedo il mare:
vanno le stelle, tremolano l’onde.
Vedo scintillare
tutte le luci in festa delle sponde.”


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