I granchi rossi di Christmas Island, una piccola isola situata nell’Oceano Indiano settentrionale, costituiscono uno spettacolo straordinario e un fenomeno unico nella natura. Ogni anno, tra ottobre e novembre, milioni di granchi rossi, noti anche come granchi di Natale, intraprendono un incredibile viaggio dalla loro dimora forestale fino alle coste dell’isola per sfociare in un’incredibile migrazione di massa. Questo straordinario evento è uno dei più grandi e spettacolari spettacoli naturali al mondo.
I granchi, durante il loro pellegrinaggio, attraversano foreste, strade e spiagge in un’incredibile marcia sincronizzata, colorando l’intera isola con il rosso brillante delle loro corazze.
Questo spettacolo non solo attira l’attenzione degli scienziati e degli appassionati di natura, ma ha anche un impatto significativo sulla vita dell’isola, che si prepara annualmente per assistere e proteggere questo evento eccezionale. La migrazione dei granchi rossi di Christmas Island rappresenta un affascinante esempio di adattamento ecologico e offre un’opportunità unica per comprendere la straordinaria complessità degli ecosistemi marini e terrestri. La loro storia è un’ode alla meraviglia della natura e alla fragilità delle specie che, nonostante le sfide ambientali, continuano a sorprenderci con il loro spettacolare e coreografato viaggio verso la sopravvivenza.
Christmas Island è una piccola isola Australiana, situata nel bel mezzo dell’oceano indiano. Ogni anno tra novembre e gennaio un popolo di 50 milioni di granchi rossi si sposta dall’entroterra verso la costa per deporre le uova.
Questa specie di granchi rossi, Gecarcoidea natalis, è tipica dell’Australia, all’inizio della stagione delle piogge migrano in massa per diversi km alla ricerca di una zona protetta dove accoppiarsi e depositare le uova.
I granchi Gecarcoidea natalis, raggiungo delle dimensioni notevoli: il carapace arriva ai 10 cm di larghezza e le chele crescono forti e sproporzionate rispetto al corpo. Abituati a vivere nelle zone d’ombra durante le loro migrazioni ricoprono una ampia zona tale da poter essere individuata anche dall’alto.
Una volta attraversata l’isola e raggiunta la riva, infatti, avviene accoppiamento tra maschi e femmine: le uova, rilasciate in acqua, dopo circa un mese, si trasformano dapprima in megalopae e successivamente in piccoli granchi i quali incominciano la loro marcia al contrario, verso l’altopiano, fino a scomparire tra le rocce, fino a quando non saranno pronti per accoppiarsi e ripercorrere essi stessi il viaggio verso l’oceano.
La specie, i cui numeri superano i 40 milioni di individui, è di un marcato colore rosso, con chele di grandi dimensioni rispetto al resto del corpo; è diurna e prevalente erbivora, cibandosi di foglie, semi e frutti e, occasionalmente, uccelli o altri granchi morti, chiocciole giganti e rifiuti urbani. Il granchio rosso è una specie fondamentale per l’ecosistema e la biodiversità dell’isola, dato che influenza la crescita della foresta consumando determinati semi e germogli, rivoltando il suolo e fertilizzandolo con gli escrementi. La specie preferisce il clima umido, e si ritira nella tana durante la stagione secca, che dura circa due-tre mesi, coprendo l’entrata con foglie bagnate per mantenere costante l’umidità.
Migrazione e riproduzione
La specie è nota soprattutto per l’imponente migrazione che svolge per accoppiarsi e deporre le uova fra ottobre e dicembre, la stagione umida. Normalmente il granchio rosso vive nel centro boscoso dell’isola, ma si accoppia sulla spiaggia: quindi, quasi tutti gli esemplari attraversano in massa e contemporaneamente l’isola diretti alla costa. Per sostenere i ritmi della migrazione, nel corpo del granchio avviene un aumento del glucagone che, combinato con il glucosio, fornisce loro energie sufficienti per compiere andata e ritorno.
La migrazione è guidata dai maschi, seguiti dalle femmine; i maschi ritornano all’interno dell’isola subito dopo l’accoppiamento, mentre le femmine rimangono nelle buche scavate nella spiaggia per 12-13 giorni facendo sviluppare le uova in una sacca situata fra l’addome e il torace; dopodiché, nei cinque-sei giorni successivi, depongono le uova in mare, fino a 100.000 ciascuna.
Le uova si schiudono al contatto con l’acqua, e le larve nuotano verso la riva; milioni di esse vengono divorate da pesci che si nutrono di plancton, quali mante e squali balena; quelle che sopravvivono si sviluppano in acqua per circa un mese, fino a giungere ad uno stadio detto “megalopa” (in aspetto simile ad un gamberetto). Le megalope si raggruppano per un paio di giorni nei pressi della riva, trasformandosi in piccoli granchi, per cominciare quindi la marcia verso l’interno, che dura per circa nove giorni. Normalmente, il tasso di piccoli granchi che riescono ad emergere dal mare è nullo o quasi: annate eccezionali, che occorrono anche uno o due anni ogni dieci, sono però sufficienti a mantenere costante la popolazione.
Visti i grandi numeri della specie, gli insediamenti umani dell’isola, che è abitata, sono letteralmente invasi dai granchi; vengono prese diverse precauzioni per evitare che le attività umane (come il traffico) danneggino gli animali, come barriere per cercare di incanalarne il flusso, la chiusura di tratti di strada e anche la costruzione di sovrappassaggi e sottopassaggi progettati appositamente per far loro attraversare la strada.