I pescatori italiani in rivolta contro l’Europa

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Il malumore è la protesta dei Pescatori italiani monta ogni giorno di più, e nasce questa forma di aggregazione, questa piattaforma che riunisce ogni tipo di mestiere, da Trieste a Ventimiglia includendo la Sicilia!
Il mestiere del pescatore è forse il secondo più antico al mondo, una voce importante dell’economia, fatto da micro e maxi imprese che dal mare traggono i loro guadagni, recentemente ridotti, e non di tanto da leggi, regolamenti, divieti, posti in essere dalla commissione europea, e che a nostro avviso, vessatorie nei confronti della pesca e Pescatori del Mediterraneo, in particolare modo di quelli italiani, in quanto guidate dai paesi del Nord Europa, che della pesca fanno una voce importante dell’economia, regolamentandola in modo Severo, ma non vessatorio!
Questi paesi, attivissimo all’interno della commissione europea pesca, ne condizionano le decisioni, favorendone le regole imposte a tutti i paesi membri, spesso non tenendo conto della biodiversità dei mari, è notorio anche a chi non è uno studioso che il Mediterraneo è diverso dal l’oceano Atlantico, per salinità, temperature, correnti e superficie, per cui le specie ittiche pescate da noi sono caratteristicamente diverse anche per taglia, lunghezza della loro vita, persino i sistemi di pesca sono diversi, come diversi sono i Pescatori e le logiche di mercato in cui viene commercializzato il prodotto pescato!

Pasquale Giorgio Giunta, Esponente di Unione Pescatori Italiani

Noi riteniamo che tutti i teoremi con cui vengono giustificati questi provvedimenti restrittivi, soprattutto nei confronti di noi Pescatori Italiani, siano basati non su dati scientifici volti a stabilire gli stock ittici, ma si basano su informazioni commerciali, come il fatturato di prodotti ittici pescati, che è diminuito, a all’andata così la diminuzione delle specie ittiche in realtà è data in maniera errata, in quanto è diminuito lo sforzo di pesca, perché la flotta Mediterranea, soprattutto quella italiana, negli ultimi dieci anni è diminuita di circa il 50%!
Noi Pescatori riteniamo inoltre di non avere rappresentanti in Europa che ci tutelano a sufficienza, non siamo predoni del mare, ma gente che lavora e produce e che concorre a sostenere l’economia!
Invece non abbiamo neanche il ministero della pesca, formato da gente esperta in materia, né rappresentanti validi e competenti in Europa… il cartello vendesi, del post che sta spopolando non è solo provocatorio, è la realtà politica ed amministrativa che sta portando la pesca alla chiusura… ultimo provvedimento approvato è quello delle quote per il pesce spada, strombazzato come una conquista, sottaceti che in migliaia, soprattutto piccole realtà sono state escluse dalla distribuzione delle quote, e come d’abitudine il provvedimento basa il suo essere non su dati scientifici ma sulle fatture commerciali!, rafforzando la nostra opinione sulla inadeguatezza dei nostri rappresentanti!
Se a tutto questo, aggiungiamo la politica persecutori, esercitata con ammenda fuori da ogni logica, con penne pecuniarie che possono arrivare a centinaia di migliaia di euro, e con decurtazione dei punti da patenti e licenze, facendo perdere valore di mercato persino al peschereccio che privato di licenza è inutilizzabile, abbiamo il quadro esaustivo del disastro in cui ci siamo cacciato per colpa sicuramente nostra, non avendo mai espresso nostri rappresentanti, ma soprattutto per la scarsa considerazione nei confronti di una economia artigianale importante, che si trova tra i burocrati europei, la ricca pesca dei paesi del nord e l’importazione selvaggia che inonda l’Italia senza nessuna regolamentazione né garanzie igienico sanitarie, che passando attraverso stati comunitari compiacenti, invade i nostri mercati spesso spacciata per prodotto nazionale!
Io non so se sia tardi per proporre qualche pescatore come candidato alle prossime europee, ma penso che la lotta si faccia là, dove si prendono le decisioni che ci stanno affossa do e alle quali nessuno si è mai opposto con convinzione, perché inconsapevole di chi rappresenta!
Sarà quindi lotta, una lotta volta ad affermare i nostri diritti, nel rispetto comunque dell’ambiente da cui traiamo il nostro sostentamento… rispetto per l’ambiente che sicuramente non c’è da parte di tutto il resto del mondo, considerando il livello d’inquinamento dei nostri mari, soprattutto l’Adriatico, mare chiuso, privo o quasi di ossigeno, dovuto agli scariche del Po’, che portando con sé in mare gli scarichi industriali della Padania, e degli allevamenti animali ha stravolto flora e fauna marina!
Sostenete nella nostra lotta, o finirete a mangiare filetti di Pangasio allevati nelle risaie del Mekong il fiume più inquinato al mondo!

Pasquale Giorgio Giunta

Esponente di Unione Pescatori Italiani

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4 risposte

  1. Voi pescatori professionisti avete distrutto il mare con ogni strumento legale e illegale, e ora avete il coraggio di ragliare di “rispetto dell’ambiente da cui traiamo il nostro sostentamento”. La verità è che volete la libertà di fare tutto quello che vi pare, di disporre della risorsa a piacimento, di avere delle sanzioni “sostenibili” a permettervi di continuare ogni sorta di bracconaggio possibile.

    Se in 10 anni la flotta italiana si è ridotta del 50%, forse ci sono ottime speranze che finalmente vi estinguiate dalla faccia del paese nei prossimi 10. Spariti voi vedrete come il mare rifiorirà nel giro di pochissimo. Non sparirà l’inquinamento, ma di certo tutto il ciarpame che scaraventate fuoribordo appena vi è possibile, a iniziare dai vecchi frigoriferi Algida che ormai sono solo sui vostri pescherecci, sarà molto meno.

    Dovete fare la fine dei dinosauri, e dove farla presto!

    1. Salve marco, sento molto livore nelle sue parole
      Non ne capisco pero’ il motivo… la pesca è stata come la caccia è sempre stata la prima fonte di sostentamento per l’uomo e questo dal momento che è apparso sulla terra. Oggi, a meno che lei non sia vegetariano o vegano, il pesce che lei compra al mercato per nutrire i suoi cari è stato pescato in gran parte da pescatori (naturalmente una quota viene dall’acquacultura). Il mestiere del pescatore oltre ad essere difficile è sempre un mestiere e come tale deve essere rispettato. Se tra i pescatori (come in ogni settore) c’è chi non rispetta le regole, il problema allora è diverso. Sono per una gestione delle risorse giusta e sostenibile, oggi probabilmente non è ancora cosi. Ma se non ci fossero piu’ pescatori chi riempirebbe i banchi dei mercati con prodotti che tutti mangiamo e di cui tutti abbiamo bisogno?
      Cordialmente

  2. Marco: nome comune di persona..; Un commento accattivante su delle verita’ fatte da Marinai di “Agente di Mare” che anno scelto di fare il pescatore, un mestiere vecchio come il mare.. TU! che ne sai del mare e dei PESCATORI?…

  3. Il problema, più che dell’Europa è l’ignoranza di chi commenta senza neanche, non dico cognizioni scientifiche, ma capire almeno di cosa si parla… Del resto, basta avere accesso ad internet per pubblicare qualcosa, non importa avere competenza specifica, basta fare atto di presenza… Non è a te, Marco che so rivolge l’articolo, tu hai capito tutto della vita! Probabilmente sei pure il classico tipo contro i vaccini, salvo dare ai bambini la tachipirina con poche linee di febbre o addirittura il cortisone! Ti accontento di mangiare i filetti di pangasio, importante che si estinguono i Pescatori! Mi dispiace per la brutta vita che fai, a correre dietro a tutte le idiozie che si pubblicano sulla rete…

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