La contaminazione da metalli pesanti nei pesci

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La contaminazione da metalli pesanti nei pesci e nei prodotti della pesca è una problematica rilevante, sia dal punto di vista ambientale che sanitario. I metalli pesanti, come mercurio (Hg), cadmio (Cd), piombo (Pb), e arsenico (As), possono accumularsi nei tessuti dei pesci e degli altri organismi marini a causa dell’inquinamento delle acque, principalmente proveniente da fonti industriali, agricole e urbane. Il fenomeno è noto come “bioaccumulo“, un processo per cui i metalli pesanti, presenti a basse concentrazioni nell’ambiente, si accumulano nei tessuti degli organismi lungo la catena trofica.

Origine dei metalli pesanti nell’ambiente marino

Le fonti di contaminazione da metalli pesanti possono essere naturali o antropiche. Le fonti naturali includono fenomeni come eruzioni vulcaniche, erosione delle rocce, e attività idrotermali, mentre quelle antropiche sono principalmente associate ad attività umane, come le emissioni industriali, l’uso di pesticidi in agricoltura, scarichi urbani e smaltimento di rifiuti industriali. I metalli pesanti rilasciati nell’ambiente raggiungono i corpi idrici attraverso il suolo e l’atmosfera, compromettendo così la qualità delle acque marine e costiere.

Bioaccumulo e biomagnificazione

Una delle caratteristiche principali dei metalli pesanti è la loro persistenza nell’ambiente e la capacità di bioaccumularsi negli organismi. Il bioaccumulo avviene quando un organismo assorbe una sostanza tossica più rapidamente di quanto riesca a eliminarla. La biomagnificazione, invece, è il processo mediante il quale le concentrazioni di queste sostanze tossiche aumentano man mano che si procede verso i livelli superiori della catena alimentare. Questo significa che i predatori di grandi dimensioni, come tonni, squali e pesci spada, tendono ad avere concentrazioni più elevate di metalli pesanti rispetto agli organismi che si trovano alla base della catena trofica, come piccoli crostacei o plancton.

Effetti sui prodotti della pesca

I prodotti della pesca sono una fonte primaria di proteine e nutrienti essenziali per milioni di persone in tutto il mondo. Tuttavia, la presenza di metalli pesanti rappresenta una minaccia per la salute umana. Il mercurio, in particolare nella sua forma organica (metilmercurio), è uno dei contaminanti più pericolosi. Una volta ingerito, il metilmercurio si lega alle proteine presenti nei muscoli dei pesci e può attraversare la barriera emato-encefalica, accumulandosi nel sistema nervoso centrale degli esseri umani. L’esposizione cronica al mercurio può provocare danni neurologici, specialmente nei feti, nei neonati e nei bambini piccoli, poiché il sistema nervoso in via di sviluppo è particolarmente sensibile.

Anche il cadmio è un metallo pesante di grande preoccupazione. Questo metallo tende ad accumularsi nei reni e può provocare danni renali cronici, oltre a essere associato a malattie cardiovascolari e osteoporosi. Il piombo, invece, è noto per i suoi effetti neurotossici e può causare anemia, debolezza muscolare e danni cerebrali, soprattutto nei bambini. L’arsenico, infine, è classificato come cancerogeno per l’uomo dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) e può aumentare il rischio di sviluppare diversi tipi di tumore, tra cui quello del polmone, della pelle e della vescica.

Limiti di piombo, cadmio e mercurio in prodotti della pesca come da Regolamento CE n. 1881/2006 che modifica il regolamento CE 466/2001 e successive modifiche

ProdottoTenore massimo (mg/kg di peso fresco)Criteri di campionamento e metodi analitici
PIOMBO
Muscolo di pesce (1)0,30Direttiva 2001/22/CE
Crostacei (escluse carni scure di granchio, testa e torace di aragosta e grossi crostacei analoghi)0,50Direttiva 2001/22/CE
Molluschi bivalvi1,50Direttiva 2001/22/CE
Cefalopodi senza visceri1,00Direttiva 2001/22/CE
CADMIO
Muscolo di pesce (1), escluse le specie specificate0,05Direttiva 2001/22/CE
Muscolo di acciuga, palamita, sarago fasciato comune, anguilla, cefalo, suro, luvaro, sardina, tonno, sogliola cuneata0,10Direttiva 2001/22/CE
Muscolo di pesce spada0,30Direttiva 2001/22/CE
Crostacei (escluse carni scure di granchio, testa e torace di aragosta e grossi crostacei analoghi)0,50Direttiva 2001/22/CE
Molluschi bivalvi1,00Direttiva 2001/22/CE
Cefalopodi senza visceri1,00Direttiva 2001/22/CE
MERCURIO
Prodotti della pesca e muscolo di pesce (1), escluse le specie specificate0,50Direttiva 2001/22/CE
Muscolo di rana pescatrice, pesce lupo, palamita, anguilla, pesce specchio, pesce topo, ipoglosso, marlin, rombo, triglia, luccio, palamita bianca, cappellano, squalo portoghese, razze, scorfano, pesce vela, pesce sciabola, pagello, squali, tirsite, storione, pesce spada, tonno1,00Direttiva 2001/22/CE

(1) Quando il pesce deve essere consumato intero, il tenore massimo si applica al pesce intero.

Quali pesci contengono metalli pesanti ?

I pesci che contengono metalli pesanti in concentrazioni più elevate sono spesso quelli di grandi dimensioni e che si trovano al vertice della catena alimentare, poiché tendono ad accumulare maggiori quantità di contaminanti attraverso il processo di biomagnificazione. Tra i principali pesci contaminati da metalli pesanti, specialmente mercurio, piombo e cadmio, troviamo:

Pesci predatori di grandi dimensioni:

I pesci che contengono metalli pesanti in concentrazioni più elevate sono spesso quelli di grandi dimensioni e che si trovano al vertice della catena alimentare, poiché tendono ad accumulare maggiori quantità di contaminanti attraverso il processo di biomagnificazione. Tra i principali pesci contaminati da metalli pesanti, specialmente mercurio, piombo e cadmio, troviamo:

  • Pesci predatori di grandi dimensioni:
    • Tonno: Soprattutto il tonno rosso e il tonno pinna gialla, noti per contenere livelli significativi di mercurio.
    • Pesce spada: Presenta alti livelli di mercurio, specialmente negli esemplari più grandi.
    • Squalo: Le specie di squali accumulano notevoli quantità di mercurio e cadmio.
    • Marlin: Altri grandi predatori pelagici noti per le concentrazioni di mercurio.

    Regolamentazioni e controlli

    A livello internazionale, molte agenzie regolatorie e organizzazioni, come la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), stabiliscono limiti massimi di concentrazione per i metalli pesanti nei prodotti della pesca. Questi limiti variano a seconda del tipo di pesce e del mercato di riferimento. Ad esempio, nell’Unione Europea, il limite per il mercurio nei pesci predatori è di 1,0 mg/kg, mentre per altri pesci è fissato a 0,5 mg/kg.

    Oltre ai limiti regolatori, vi sono rigorosi sistemi di monitoraggio per controllare la presenza di metalli pesanti nei prodotti della pesca. Questi controlli vengono effettuati sia a livello nazionale che internazionale per garantire che i prodotti ittici commercializzati siano sicuri per il consumo umano. Tuttavia, nonostante questi sforzi, vi sono ancora aree geografiche in cui i controlli sono meno rigorosi, esponendo la popolazione locale a rischi maggiori.

    Strategie di mitigazione

    Diversi approcci sono stati proposti per ridurre la contaminazione da metalli pesanti nei prodotti della pesca. Tra questi, vi sono:

    1. Riduzione delle emissioni industriali: Regolamentare e ridurre le emissioni di metalli pesanti dalle attività industriali e agricole è una delle principali strategie per limitare l’inquinamento. Ciò può essere fatto attraverso l’adozione di tecnologie più pulite e l’uso di materiali meno inquinanti.
    2. Bonifica degli ecosistemi inquinati: In alcuni casi, è possibile intervenire direttamente sugli ecosistemi marini attraverso la bonifica delle aree costiere inquinate, la rimozione di sedimenti contaminati o l’introduzione di tecniche di bioremediation, che sfruttano organismi capaci di neutralizzare o ridurre la presenza di metalli pesanti.
    3. Educazione e sensibilizzazione: È fondamentale sensibilizzare la popolazione, soprattutto quella che vive in aree costiere, sui rischi legati al consumo di prodotti della pesca contaminati. Ciò può essere fatto attraverso campagne di informazione e l’educazione sul consumo sicuro di pesce.
    4. Sviluppo di alternative sostenibili: Promuovere l’acquacoltura sostenibile, che preveda l’allevamento di specie ittiche in ambienti controllati e con acque non contaminate, può rappresentare un’alternativa valida alla pesca in mari aperti, dove il controllo della contaminazione è più difficile.

    La contaminazione da metalli pesanti nei prodotti della pesca rappresenta una sfida complessa, con implicazioni sia per la salute umana che per l’ambiente. Nonostante gli sforzi globali per regolamentare e ridurre le emissioni di metalli pesanti, il fenomeno persiste, soprattutto in alcune aree geografiche. È necessario continuare a promuovere strategie di prevenzione e controllo, oltre a incentivare la ricerca scientifica per comprendere meglio i meccanismi di bioaccumulo e trovare soluzioni efficaci per la bonifica degli ecosistemi marini. Solo attraverso un approccio integrato sarà possibile proteggere sia la biodiversità marina che la salute delle popolazioni umane che dipendono dai prodotti della pesca.

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