Due proposte di avanzamento, approvate giovedì, mirano per frenare il commercio di pinne di squalo, il cui giro d’affari annuo è stimato intorno al mezzo miliardo di dollari.
La zuppa di pinne di squalo, che i cinesi adorano, è nel mirino della conferenza COP-19 sul commercio internazionale delle specie in via di estinzione, che giovedì scorso ha approvato a Panama una risoluzione preliminare per rafforzare la protezione dello squalo bruno (Carcharhinus obscurus)e degli squali martello.
Un Comitato della Conferenza della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES) ha approvato le proposte di Panama, sostenute da quindici Stati membri e dall’Unione Europea, per proteggere questi due squali la cui esistenza è minacciata dalla pesca eccessiva per recuperane le pinne. La proposta sarà presentata alla conferenza in plenaria la prossima settimana.
Durante il dibattito di quasi tre ore sul destino dello squalo bruno , Giappone e Perù hanno proposto di escludere alcune specie dalle misure di protezione, proposta respinta a scrutinio segreto con 88 voti contro 29 e 17 astensioni.
Il dibattito sulla proposta volta a rafforzare la protezione degli squali martello (Sphynidae), invece, è durato solo pochi minuti, prima che fosse approvata all’unanimità.
Fino a 1000 dollari al Kg
Il prezzo delle pinne di squalo può raggiungere i 1000 dollari al chilo sul mercato, soprattutto a Hong Kong. Gli squali martello e gli squali requiem forniscono la metà delle vendite.
“La decisione di oggi è forse la più importante in assoluto per la conservazione degli squali”
Luke Warwick, di Wildlife Conservation Society (WCS).
Se le proposte saranno approvate in plenaria dalla conferenza, che si concluderà il 25 novembre, “il commercio (delle pinne di queste due specie di squali) sarà possibile solo se il loro commercio sarà sostenibile”.
I governi dovrebbero quindi “mettere in atto e rispettare misure efficaci in tutte le attività di pesca volte a fermare la pesca eccessiva e ripristinare le popolazioni sovrasfruttate”.